Opera di Maxs Felinfer - Olio su tela - 40 x 50 cm (Italia 2012)
Tanto tempo, lì, a spingere, a piegare l’impossibile, un obiettivo chiaro, visibile,forte,
degno di tutto il nostro sforzo. Con quanta convinzione ci si fa il callo mentale,
l’abitudine di essere lì a spingere con quella certezza ferrea che domani saremo
ancora lì a spingere, ed è bene avere qualche certezza per domani; alla fine diventa
una sorta di sindrome di Stoccolma con quel maledetto muro che non cede, che non
cederà mail e noi lì a spendere fino all’ultima goccia della nostra energia spingendo …
ma un giorno, quando il sole, come sempre, traccia la sua rotta e la natura si bagna
nella sua luce, si sente uno scricchiolio e poi un boato ed ecco qui il muro a terra, la
polvere che si alza, i calcinacci dappertutto e noi in mezzo, nel più profondo sconcerto.
Non era poi così sicuro che l’immobile muro avrebbe continuato a giustificarci la vita.
Perciò è bene avere sempre un’illusione, qualcosa che riempia perfino le lunghe
giornate della vecchiaia.
Tra l’altro non dobbiamo mai affrontare una sfida senza sapere cosa stiamo facendo e
bisogna assicurarsi che il muro no sia stato messo lì da qualcuno che trae un qualche
profitto dalla nostra inconsapevolezza.
Attenti, se da qualche parte vedete un barattolo di vernice, potrebbe indicare che quella
realtà è soltanto un dipinto.
di Maxs Felinfer - Sensibilizzare l'uomo migliora la salute della società
maxs@seblie.com
IL MURO
Pietra su pietra,
mattone su mattone,
s’innalzano ovunque
i muri creati dagli uomini
per separarsi da altri uomini,
come se respirare la stessa aria
calpestare lo stesso suolo
potesse contaminare le loro idee
modificare le loro culture
mutare le loro storie.
Pietra dopo pietra
mattone dopo mattone
dobbiamo abbattere quei muri
dobbiamo aprire i varchi
passare dall’altra parte …
Dobbiamo rimescolarci
scambiarci
condividerci
nel tentativo di far nascere
una nuova, migliore,
umanità.
di Patricia Vena